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Care amiche ed amici dello spazio Posta in gioco,
sono contenta che esista la possibilità di scambiare opinioni a partire da un'iniziativa delle donne. Ho 36 anni, vivo a Palermo e cerco di coltivare come posso la passione e l'interesse per le "cose" fatte dalle donne poichè credo che il nostro punto di vista, la nostra sensibilità (parole banali ma significativissime per me), la nostra biologia e fisicità siano necessarie e ancora così poco influenti sull'andazzo complessivo delle faccende del mondo. Mi succede di entusiasmarmi quando sento una voce di donna che finalmente impone la sua autorevolezza in ogni ambito e in ogni settore della vita. Certo una voce che parli di sensibilità, di rispetto, di intelligenze, di differenze da salvare e da salvaguardare, di destini da cambiare, di proposte per migliorare la qualità del vivere quotidiano, di parità di diritti, di attenzione per la concreta vivibilità di noi tutte.
E sento come una interruzione di tensione quando a questa voce viene data la ribalta, il mezzo migliore e più diffusivo per esprimere quanto sopra scritto; insomma la voce delle donne si sente pochissimo, davvero pochissimo e quando tenta di rompere i muri di gomma che la stringono e la tengono a bada spesso si ritrova da sola, a contare e a pesare troppo poco perchè il suo messaggio diventi forza, diventi testo di riferimento per tutte, per una migliore qualità delle convivenze.
Educate all'ascolto fin da piccole ancora oggi nel 2004 noi donne siamo attaccate nei nostri diritti fondamentali a qualunque latitudine e sotto ogni cielo, perciò facciamo lega tra di noi con le associazioni, le riviste, le storie di ognuna di noi passate attraverso internet. La politica non ci aiuta ma ci emargina e discrimina e prova ne è in Italia l' ultima legge sulla procreazione assistita/artificiale e i pronunciamenti dei maschi anche dell'area sedicente progressista di centro...per non parlare degli insulti antichissimi che sono volati in parlamento ogni volta che se ne discuteva, autentici ritorni o prevedibili permanenze nella "cultura" della cintura di castità". Rosi Bindi complice colpevolissima! La chiesa composta esclusivamente (e sottolineo esclusivamente) dai maschi continua la sua politica realissima di avversione nei confronti di tutte le donne che non siano la miracolata madre di gesù; il vaticano continua ad esercitare tutto il suo secolare potere temporale infischiandosene dei disastri umani e culturali che semina e che vengono raccolti a piene mani dai politici di casa nostra, ultimi in Europa ad accettare un confronto sereno con le colleghe, primi in assoluto per IPOCRISIA e soggezione al papa.
L'infibulazione continua nei paesi meno sviluppati (?) proprio per tradizione di madre in figlia, la storia si fa sempre a partire dai maschi, almeno a quanto ne riportano i media più diffusi, numericamente parlando. Apri un giornale e trovi dieci firme maschili contro una femminile, accendi la televisione e ti racconta solo che Il presidente, Il capo di governo, Il calciatore, Il senatore, Il filosofo, eccetera eccetera. Fatte salve alcune oasi di democraticità raggiunta da pochissimo tipo la satira e la vitale vocazione femminile all'ironia e alla satira, dote naturale e strumento indispensabile per non perdersi definitivamente d'animo!
Ho letto che al recentissimo forum di Parigi l'esponente di punta della sinistra femminile svedese (e sottolineo svedese ) ha denunciato la peremanenza in Europa del patriarcato e la scarsa influenza delle donne nei processi decisionali, raccogliendo, in ultimo, calorosi applausi anche da parte maschile quando ha concluso che la politica si deve fare a partire dai tavoli di cucina...
Dacia Maraini ha speso e continua a spendere l'esistenza a raccontare, a dare voce a noi tutte; di recente ho letto degli insulti che direttori di autorevoli giornali progressisti le rivolgevano agli inizi della sua carriera, per non parlare di quelli ricevuti da parte di autorevoli giornalisti (a questo punto lasciatemi dire: autorevoli dde che???) ma nonostante questo la sua tenacia e la sua fiducia nelle armi della civiltà, del pensiero e della riflessione le hanno permesso di resistere fino ad oggi, continuando a consegnarci utilissimi elementi di identità e forti contributi per un processo di identificazione col nostro sesso e col nostro genere. Cito lei non a caso, perchè da donna ha scritto pagine importanti sul senso di appartenenza, si è scontrata con la censura più volte, ha visto nascere e morire spazi preziosi di produzione culturale, i suoi laboratori teatrali, ci ha regalato saggi fondamentali apparentemente di raffinata indagine letteraria, più concretamente di attenta e sapiente introspezione psicologica.
Ritengo infatti che oggi, per rompere il muro dell'ipocrisia e i resistenti clichè sulle donne, sia davvero importante leggere "Cercando Emma" piuttosto che il romanzo stesso. Lì, Dacia Maraini, con le consuete capacità di cui è padrona e con il gusto di raccogliere e studiare le biografie degli autori, ci racconta della misoginia di Flaubert e di tanti altri aspetti che oggi a mio parere andrebbero divulgati nei testi scolastici insieme all'opera letteraria. In un suo intervento ( che ho trovato su internet) spiega tutta la difficoltà di essere donna scrittrice a partire dalle esperienze delle sue colleghe d'altri secoli e del suo, destinate -emblematicamente- spesso e volentieri ad essere dimenticate, a pagare con la follia o con il suicidio la "tentazione" di scrivere e di essere attraverso la scrittura.
Vivo a Palermo, vi confesso che si vive piuttosto male e che mi sento sola.
Se può essere uno spunto di riflessione mi piacerebbe confrontarci su quanto vi lascio oggi qui, nella Libreria delle donne.
Un caro saluto
Maria Lo Bianco


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