FARE
POLITICA VIA INTERNET
di Clara Jourdan Abbiamo
ricevuto in traduzione spagnola un testo di particolare importanza proveniente
dall'organizzazione internazionale "Donne che vivono sotto leggi musulmane",
intitolato PER FAVORE, CESSATE LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE DI LETTERE DI PROTESTA
IN FAVORE DI AMINA LAWAL. Lo chiede BAOBAB, associazione che in Nigeria lotta
per i diritti umani delle donne e sostiene la difesa di Amina, spiegando perché
queste campagne sono spesso inadeguate e perfino controproducenti: perché
fanno circolare informazioni sbagliate sui fatti (per esempio sullo stato del
processo) che vanificano la protesta e danneggiano la credibilità del movimento
locale; perché suscitano reazioni di sfida pericolose per le donne vittime
e le loro avvocate; perché rinforzano gli stereotipi negativi sull'Islam
invece di aiutare i dissidenti interni alla comunità; perché il
loro uso come risposta automatica ne riduce il potenziale specifico. Infatti Baobab
non dice che non si possono fare campagne di pressione internazionale, ma che
vanno fatte solo se, quando e nelle modalità ritenute opportune dalle donne
e dagli uomini che subiscono le violazioni e dai gruppi locali che sono loro vicini.
Chi volesse leggere le argomentazioni (dettagliate e documentate) e sapere anche
come aiutare, può trovare il
testo originale in spagnolo Adesso
noi, cogliendo l'occasione di questo testo che, sottolineiamo, ci viene dalla
Nigeria, vogliamo porre questa questione: HA SENSO FARE POLITICA FIRMANDO APPELLI?
E' un modo di fare politica già messo in discussione prima di Internet
e rigettato da gruppi e movimenti. La facilità di circolazione della
rete, che ne ha moltiplicato l'uso e i difetti fino ad arrivare all'idea che si
possa far politica schiacciando qualche tasto, rende urgente riaprire la discussione
sulla qualità di questa pratica politica. E' ora di piantarla con questa
pratica - ci siamo dette/i - perché: - mette a posto le coscienze
troppo a buon mercato, deresponsabilizza; - fa una selezione molto ambigua
tra i miliardi di casi possibili, secondo criteri sensazionalistici, che puntano
all'emozione immediata; - data la globalizzazione, finisce per tradursi in
un disprezzo verso certi tipi di culture, quelle più differenti dalla occidentale;
- salta le necessarie mediazioni, scavalcando e minimizzando ciò che si
fa in contesto; - la sventura diventa una merce che circola in un mercato
dove la vicenda umana non ha più valore; - ciò che colpisce
va a detrimento dell'altro: così si favorisce l'odio verso i musulmani,
irresponsabilmente, in una china di semplificazione e imbarbarimento dei sentimenti;
- si presta alla strumentalizzazione: essendo troppo poco pensata, si reagisce
meccanicamente rispetto all'ordine simbolico dominante. Non
vogliamo dire che Internet non può essere un luogo di pratica politica.
Al contrario, apriamo questa discussione perché lo sia davvero. [email protected]
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