Ho appena
finito di leggere il libro "Madri Selvagge": finalmente ho trovato
delle persone che hanno avuto il coraggio di dire qualcosa di giusto,
sensato e di femminile riguardo la procreazione assistita.
Anch'io ho sentito il tranello della tecnica; vuoi vedere che ci espropriano
di quello che noi soltanto sappiamo fare da sempre? già ci hanno
mortificato le mestruazioni, medicalizzato la gravidanza, ospedalizzato
il parto questo e l'atto finale radicale!
E poi non sono d'accordo con questo senso di onnipotenza, mi viene in
mente la canzone di Gaber "Si può". Ho litigato con tutti
nel dibattito alla sezione con le amiche di sinistra, anch'io mi sono
ritrovata d'accordo con Ferrara con un certo disagio. Però ha ragione:
se noi abdichiamo alle nostre prerogative e ci consegnamo alla tecnica
rinunciamo anche alla nostra differenza e oggi ce n'è bisogno.
C'è bisogno di diversificare il pensiero, trovare nuovi valori;
il mondo del mercato e del profitto ci sta portando alla rovina: io la
salvezza la vedo nelle donne e nei valori di cui sono portatrici, ai quali
troppo spesso hanno abdicato per seguire modelli maschili ritenuti da
loro stesse migliori. Questi valori li riassumerei con la parola CURA:
io auspico una civiltà della cura, cura nei confronti del parente,
del prossimo dell'ambiente ecc. Il discorso diventa globale, ma proprio
per questo diverso, oggi troppo spesso per l'egoismo particolare perdiamo
il senso generale delle cose o meglio involontariamente lo demandiamo
a quelli che non aspettano altro che guidarci nelle nostre scelte, confinarci
nei nostri ghetti apparentemente per il nostro bene in realtà per
il loro profitto e il loropotere.
Mi chiamo Daniela Agostini ho sessanta anni ho quattro figli sono insegnante
di matematica e scienze alla scuola media. Sono contenta di essere donna
da sempre.
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